Solitamente all'uscita imminente della nuova versione di Ubuntu tenevo costantemente sotto controllo forum e server di download per scaricare la versione ufficiale il prima possibile e procedere quindi all'avanzamento.
Per Maverick Meerkat, Ubuntu 10.10, non ho avuto bramosia, nessuna attesa particolare; è già passata una settimana e non l’ho installata.
Sicuramente conta il fatto che non è più una "novità", che ho altri pensieri per la testa, ma un ulteriore fattore da tenere in considerazione è che la versione di Ubuntu che avevo mi andava bene o meglio mi bastava, non aspettavo con impazienza una qualche soluzione di un problema. Aspetto altro.
L'ho vista crescere per bene la nostra Ubuntu e credo che Lucid Lynx, Ubuntu 10.04, che avrà il supporto a lungo termine, abbia segnato uno step importante: l'esperienza desktop è diventata veramente piacevole e accessibile, la velocità di boot è stato un altro punto a favore. Certamente ci sono aspetti che richiedono ancora l'intervento di un utente consapevole per renderla completamente usabile: Ubuntu non deve essere solo per gli esperti, ma neanche per gli inetti. Ormai basta seguire una delle tante guide post-installazione per impostarsi al meglio il sistema.
Anche se dal punto di vista estetico e dell’esperienza di utilizzo comune il livello raggiunto è molto soddisfacente, risultano comunque ancora presenti pesanti limiti sostanziali. Limiti tanto ragguardevoli da inficiarne la possibilità di essere un sistema operativo veramente concorrenziale, una volta sparate le ottime cartucce della sicurezza e dell'etica, rispetto a quelli proprietari.
Ci sono dei problemi che si trascinano dietro da tempo, per me cruciali, rendendo veramente scomodo usare Ubuntu come unico sistema operativo. Queste questioni irrisolte sono riassumibili nel rapporto di Ubuntu con l'hardware (ovviamente sarebbe meglio parlare di Linux in generale, ma nello specifico io prendo come punto di riferimento Ubuntu).
Se per quanto riguarda l'installazione di Ubuntu in computer desktop si notano praticamente solo benefici rispetto all’uso di Windows, non accade la stessa cosa nell'esperienza con i notebook.
Due sono le pesanti problematiche che si riscontrano molto diffusamente e sono fra loro collegate:
- surriscaldamento delle componenti del notebook;
- durata inferiore dell'autonomia della batteria.
È chiaro che due aspetti del genere in un notebook sono di primaria importanza ed essendo la tipologia di computer che più si va diffondendo significa che si trasformano in vere e proprie discriminanti all'utilizzo di Ubuntu.
La maggior parte dei computer al mondo monta un sistema Windows, si deve però notare la presenza di una fetta di utenti che è riuscita a tagliarsi Apple, circa un 10%.
Una delle caratteristiche della Mela è quella di plasmare il loro sistema operativo su un ben determinato e ristretto tipo di hardware, rendendo i loro computer oltre che belli esteticamente anche ottimizzati, affidabili e prestanti (ma con altri difetti). Questo conta molto, è una garanzia.
Oggi se voglio comprare un notebook da usare con Ubuntu sono davanti ad un’incognita. L’unica strada è quella di passare prima alla raccolta di informazioni sondando la rete, ma la cosa oltre al dispendio di tempo ed energie implica che dovrò molto probabilmente riferirmi a modelli vecchi, ossia quelli già testati da altri e che hanno avuto il tempo di veder colmate mancanze e bug. Seguendo questa linea sono nati vari siti che cercano di raccogliere le esperienze di utilizzo dei vari notebook (anch'io ho partecipato a Linux on laptop, per esempio), ma secondo me questa strada è solo una tamponatura e una battaglia a perdere perché il nostro sistema di mercato fa uscire i computer in fretta: mi è inutile sapere che quello specifico modello funzionava con Ubuntu se ora non lo posso più acquistare o comunque è superato.
Mettendo insieme le considerazioni qui sopra, ossia che Ubuntu ha un’incognita sul suo funzionamento completo nei notebook e qualora funzioni presenta inghippi per quanto riguarda le temperature di esercizio e la durata delle batterie, con la tattica che ha utilizzato la Apple, ossia offerta hardware molto ridotta ma sulla quale il sistema operativo è plasmato, mi domando perché Canonical (la società dietro Ubuntu) non adotti la stessa politica e si accordi con dei produttori per progettare e vendere notebook di qualità con una Ubuntu ottimizzata e perfettamente funzionante.
È da tempo che sogno un vero Ubuntubook!
Mi pare strano che non l’abbiano già pensato, invece di copiare solo le scelte grafiche da Mac Os o sprecare denaro per mandare cd di Ubuntu in giro per il mondo! Un computer affidabile che fa parlare di sé per la sua qualità farebbe diffondere di più Ubuntu.
Secondo me da un Ubuntubook ci guadagnerebbero quasi tutti: Canonical in diffusione del sistema e "crestina” sul costo finale, i produttori hardware che si creerebbero una corrente di vendita preferenziale e, finalmente, noi utenti che potremmo acquistare un bel notebook con Ubuntu già installato e soprattutto sicuri del funzionamento senza dover fare rinunce o perdere tempo alla ricerca di guide e soluzioni.
A non banchettare sarebbero Microsoft ad Apple… Mi viene da pensare che sia la prima che tiene in pugno i produttori hardware bloccando sul nascere ogni possibilità, ma se ce l'ha fatta Steave Jobs perché non può convincerli anche Mark Shuttleworth?
Per Maverick Meerkat, Ubuntu 10.10, non ho avuto bramosia, nessuna attesa particolare; è già passata una settimana e non l’ho installata.
Sicuramente conta il fatto che non è più una "novità", che ho altri pensieri per la testa, ma un ulteriore fattore da tenere in considerazione è che la versione di Ubuntu che avevo mi andava bene o meglio mi bastava, non aspettavo con impazienza una qualche soluzione di un problema. Aspetto altro.
L'ho vista crescere per bene la nostra Ubuntu e credo che Lucid Lynx, Ubuntu 10.04, che avrà il supporto a lungo termine, abbia segnato uno step importante: l'esperienza desktop è diventata veramente piacevole e accessibile, la velocità di boot è stato un altro punto a favore. Certamente ci sono aspetti che richiedono ancora l'intervento di un utente consapevole per renderla completamente usabile: Ubuntu non deve essere solo per gli esperti, ma neanche per gli inetti. Ormai basta seguire una delle tante guide post-installazione per impostarsi al meglio il sistema.
Anche se dal punto di vista estetico e dell’esperienza di utilizzo comune il livello raggiunto è molto soddisfacente, risultano comunque ancora presenti pesanti limiti sostanziali. Limiti tanto ragguardevoli da inficiarne la possibilità di essere un sistema operativo veramente concorrenziale, una volta sparate le ottime cartucce della sicurezza e dell'etica, rispetto a quelli proprietari.
Ci sono dei problemi che si trascinano dietro da tempo, per me cruciali, rendendo veramente scomodo usare Ubuntu come unico sistema operativo. Queste questioni irrisolte sono riassumibili nel rapporto di Ubuntu con l'hardware (ovviamente sarebbe meglio parlare di Linux in generale, ma nello specifico io prendo come punto di riferimento Ubuntu).
Se per quanto riguarda l'installazione di Ubuntu in computer desktop si notano praticamente solo benefici rispetto all’uso di Windows, non accade la stessa cosa nell'esperienza con i notebook.
Due sono le pesanti problematiche che si riscontrano molto diffusamente e sono fra loro collegate:
- surriscaldamento delle componenti del notebook;
- durata inferiore dell'autonomia della batteria.
È chiaro che due aspetti del genere in un notebook sono di primaria importanza ed essendo la tipologia di computer che più si va diffondendo significa che si trasformano in vere e proprie discriminanti all'utilizzo di Ubuntu.
La maggior parte dei computer al mondo monta un sistema Windows, si deve però notare la presenza di una fetta di utenti che è riuscita a tagliarsi Apple, circa un 10%.
Una delle caratteristiche della Mela è quella di plasmare il loro sistema operativo su un ben determinato e ristretto tipo di hardware, rendendo i loro computer oltre che belli esteticamente anche ottimizzati, affidabili e prestanti (ma con altri difetti). Questo conta molto, è una garanzia.
Oggi se voglio comprare un notebook da usare con Ubuntu sono davanti ad un’incognita. L’unica strada è quella di passare prima alla raccolta di informazioni sondando la rete, ma la cosa oltre al dispendio di tempo ed energie implica che dovrò molto probabilmente riferirmi a modelli vecchi, ossia quelli già testati da altri e che hanno avuto il tempo di veder colmate mancanze e bug. Seguendo questa linea sono nati vari siti che cercano di raccogliere le esperienze di utilizzo dei vari notebook (anch'io ho partecipato a Linux on laptop, per esempio), ma secondo me questa strada è solo una tamponatura e una battaglia a perdere perché il nostro sistema di mercato fa uscire i computer in fretta: mi è inutile sapere che quello specifico modello funzionava con Ubuntu se ora non lo posso più acquistare o comunque è superato.
Mettendo insieme le considerazioni qui sopra, ossia che Ubuntu ha un’incognita sul suo funzionamento completo nei notebook e qualora funzioni presenta inghippi per quanto riguarda le temperature di esercizio e la durata delle batterie, con la tattica che ha utilizzato la Apple, ossia offerta hardware molto ridotta ma sulla quale il sistema operativo è plasmato, mi domando perché Canonical (la società dietro Ubuntu) non adotti la stessa politica e si accordi con dei produttori per progettare e vendere notebook di qualità con una Ubuntu ottimizzata e perfettamente funzionante.
È da tempo che sogno un vero Ubuntubook!
Mi pare strano che non l’abbiano già pensato, invece di copiare solo le scelte grafiche da Mac Os o sprecare denaro per mandare cd di Ubuntu in giro per il mondo! Un computer affidabile che fa parlare di sé per la sua qualità farebbe diffondere di più Ubuntu.
Secondo me da un Ubuntubook ci guadagnerebbero quasi tutti: Canonical in diffusione del sistema e "crestina” sul costo finale, i produttori hardware che si creerebbero una corrente di vendita preferenziale e, finalmente, noi utenti che potremmo acquistare un bel notebook con Ubuntu già installato e soprattutto sicuri del funzionamento senza dover fare rinunce o perdere tempo alla ricerca di guide e soluzioni.
A non banchettare sarebbero Microsoft ad Apple… Mi viene da pensare che sia la prima che tiene in pugno i produttori hardware bloccando sul nascere ogni possibilità, ma se ce l'ha fatta Steave Jobs perché non può convincerli anche Mark Shuttleworth?
4 commenti:
Ehm, guarda che ci hanno già pensato, uno su tutti con Dell!
Ehm, credo che tu non abbia capito!
Ci sono vari computer in vendita con Ubuntu o altre distribuzioni linux installato, ma non è quello che sto dicendo.
Un conto è fare un computer, vedere se Ubuntu ci funziona e quindi venderlo con Ubuntu installato, un altro è scegliere dei componenti e modificare il software perché renda il massimo su quel tipo di hardware.
Se esistesse il "mio" ubuntubook sarebbe venduto da Canonical e con il marchio di Ubuntu.
sono daccordo con ukuntu: se esistesse un notebook così per molti sarebbe una manna... e per Canonical significherebbe iniziare a rodere un altro mercato...
ico
si me gusta anche a me!
- CAbusivo
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